Rimedi contro la caduta dei capelli

Le formulazioni classiche sfruttavano l'azione vasodilatatrice di superficie esercitata da numerosi agenti rubefacenti o addirittura caustici. E' poi invalso l'uso di vitamine, aminoacidi, estratti placentari, glicosamminoglicani etc., ad azione principalmente nutritiva nei confronti del bulbo pilifero. In tempi più recenti è stato rivalutato l'impiego topico del cortisone, degli antiandrogeni, del minoxidil per uso topico, dell'acido trans-retinoico, della finasteride e degli estratti di peptidi di timo.



I revulsivi o rubefacenti
Capsico (peperoncino rosso) F.U.I.IX: si impiegano i frutti maturi essiccati di Capsicum annuum L., C. frutescens L., C. longum, C. fastigiatum (famiglia Solanacee) che devono contenere non meno di 0,4% di capsaicinoidi (capsaicina, capsicina, capsicolo) calcolati come capsaicina. Viene impiegato principalmente sotto forma di tintura idroalcolica al 10% in alcol a 90° (o in alcol a 50-55°). I derivati del capsico mostrano attività revulsiva ma sono scarsamente rubefacenti, possiedono inoltre una attività analgesica locale per deplezione della sostanza P nei neuroni sensitivi adibiti alla trasmissione degli stimoli nocicettivi.

China F.U.I.IX e sali di chinina: la corteccia delle radici, del tronco e dei rami di Cinchona succirubra Pavon et al.sp. (famiglia Rubiacee) contengono 4-17% di alcaloidi chinolinici di cui il principale è rappresentato dalla chinina, impiegata all'esterno come stimolante. Gli estratti di china e i sali di chinina sono incompatibili con i sali di metalli pesanti, cloralio idrato, ac. tannico etc. I sali di chinina sono considerati VELENO pertanto devono essere allestiti dietro presentazione di ricetta medica non ripetibile, da trattenersi e conservare per 6 mesi.

Jaborandi e pilocarpina: la droga è costituita dalle foglie essiccate di Pilocarpus jaborandi Holms., P. pennatifolius Lem., P. microphyllus Stap. (famiglia Rutacee) contenenti 0,6-0,7% di alcaloidi imidazolici (pilocarpina circa 0,5% e carpilina). Si impiega generalmente sotto forma di tintura idroalcolica al 10% in alcol a 70° (oppure a 50°). VELENO.

Eucaliptolo (cineolo): principale componente dell'olio essenziale di Eucalyptus globulus Labill., eucalipto (famiglia Mirtacee). Liquido incolore, praticamente insolubile in acqua, solubile in alcol, etere, cloroformio, ac. acetico e oli grassi, mostra un'attività revulsiva e anestetica locale.

Mentolo F.U.I IX: componente principale dell'O.E. di Mentha piperita L., menta (famiglia Lamiacee). Si presenta sotto forma di lunghi cristalli dall'odore caratteristico di menta. Molto solubile in alcol, etere, cloroformio, ac. acetico, paraffina liquida, leggermente solubile in acqua. Pur provocando iperemia locale dona una sensazione di fresco, inoltre mostra effetto analgesico e anestetico locale: viene pertanto spesso associato con altri rubefacenti per mitigarne la sensazione di bruciore. In soggetti predisposti il mentolo può tuttavia dare reazioni allergiche.

Cantaridi e cantaridina: della cantaride, Lytta vesicatoria L., coleottero comune in Europa, si impiega generalmente la tintura al 10% in alcol a 70°. Anche il principio attivo purificato, la cantaridina, viene usato in terapia in quanto esattamente dosabile a differenza della polvere di cantaridi, il cui contenuto di cantaridina è variabile. La droga, i suoi estratti e la cantaridina sono considerati VELENO.

Altri estratti vegetali: ortica, ginseng, timo, rosmarino, origano, arnica, bosso svolgono principalmente azione stimolante.

Cloralio idrato: liberamente solubile in acqua e/o acetone, 1g è solubile in 1,3 ml di alcol etilico, 1,5 ml di etere, 2 ml di cloroformio, 1,4 ml di olio di oliva, in 0,5 ml di glicerolo. Triturato con mentolo, canfora o timolo liquefa per formazione di eutettici. Presenta numerose incompatibilità fra cui interessante, per quanto riguarda le preparazioni topiche, quella con chinina solfato. VELENO.

Mercurio bicloruro (sublimato corrosivo): masse cristalline o cristalli di colore bianco che per triturazione danno una polvere bianco puro, inodore. 1 parte è solubile in 3 parti di alcol etilico puro, in 16 p. di acqua fredda, in 2,1 p. di acqua bollente, in 15 p. di glicerolo, in 17 p. di etere. Irritante sulla cute, provoca inizialmente arrossamento, quindi causticazione, favorendo la ricrescita del pelo o del capello. Viene impiegato soltanto nell'alopecia areata (perdita di capelli o barba a chiazze) frizionando una volta al giorno lievemente con un batuffolo di cotone. Dopo qualche giorno diradare le applicazioni evitando di frizionare e sospendere il trattamento alla ricomparsa della peluria. VELENO. Evitare l'impiego su superfici estese.

Esteri dell'acido nicotinico: vengono impiegati a scopo revulsivo soprattutto l'etile nicotinato e il benzile nicotinato a dosaggi alti (2-5%) nell'alopecia areata, a dosaggi più bassi (0,1-1%) nelle altre forme di calvizie.

Altri: cloroformio, etere, formolo, acido acetico, olio di cade (olio di ginepro), resorcina.

Vitamine
Fra queste particolarmente degne di nota risultano il pantenolo (vitamina B5), capace di migliorare il trofismo del bulbo pilifero, eventualmente in associazione con acido nicotinico (niacina o fattore PP) dotato di attività vasodilatatrice, e/o biotina (vitamina B8) ad azione antiseborroica.

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