CAPELLI: PROBLEMA DI IERI, PROBLEMA DI OGGI

La diffusione e le implicanze estetiche fanno della calvizie un'affezione di rilevanza non indifferente, per la quale molto si è sperimentato nel passato e nel presente: la conoscenza dei principali tipi di caduta dei capelli è fondamentale per la scelta del trattamento da effettuare, spaziando alla ricerca del giusto rimedio in un folto arsenale di farmaci.

Alopecia areata o area celsi
Può essere localizzata al capo o alla barba e si manifesta con una o più chiazze completamente glabre, ben circoscritte e leggermente arrossate. Per il resto capelli e barba risultano completamente normali e sani. Può comparire in entrambi i sessi, generalmente al di sotto dei quarant'anni. Le cause sono ancora misconosciute: sembra si tratti di una malattia autoimmune, spesso aggravata dallo stress. E' piuttosto resistente ai trattamenti, buoni risultati si ottengono con sostanze ad azione rubefacente o addirittura caustiche (sublimato corrosivo), con minoxidil ad alte percentuali (5%), con cortisone, più recentemente con estratti di peptidi di timo (eventualmente assunti anche per via orale) e con lozioni al dibutilestere dell'acido squarico.



Alopecia androgenetica o calvizie comune
Rappresenta quasi il 90% dei casi di calvizie nel maschio, insorge spesso a 18 anni ma può manifestarsi anche molto più tardi. Inizia con l'ampliamento dei due seni frontali, poi colpisce anche la sommità del capo, fino alla ricongiunzione delle due aree. In queste zone i capelli diventano sempre più sottili fino a sembrare semplice peluria per poi scomparire del tutto. La calvizie comune non diventa mai totale residuando una zona di capelli a semicerchio detta corona ippocratica. Anche nella donna si può avere alopecia androgenetica localizzata soprattutto alla sommità del capo. E' spesso associata a manifestazioni acneiche e seborrea. La predisposizione alla calvizie comune è certamente ereditaria e si manifesta con una ipersensibilità alla stimolazione degli androgeni, in particolare del testosterone e del diidrotestosterone: quindi anche per dosaggi ematici normali di ormone maschile si ha un'eccessiva risposta a livello delle ghiandole sebacee e delle cellule del bulbo pilifero che si manifesta con grave indebolimento del capello. Il testosterone viene infatti trasformato nel citoplasma delle cellule sebacee in diidrotestosterone (DHT), molto più attivo, ad opera dell'enzima 5-alfa-reduttasi. Nella donna la terapia più efficace risulta il trattamento per via orale con antiandrogeni (ciproterone acetato o ciproterone acetato + etinilestradiolo) oppure con estrogeni. Nell'uomo è improponibile quindi si ricorre al trattamento topico con minoxidil al 2%, eventualmente associato a progesterone, acido transretinoico o spironolattone, oppure al ciproterone acetato. Il trattamento topico è efficace anche nella donna.

Effluvium telogenico o telogen effluvium
Si manifesta generalmente con un improvviso aumento della caduta dei capelli (molti di questi, circa il 30%, passano dalla fase di anagen e catagen a quella di telogen) in seguito ad uno stress psicofisico: gravidanza e allattamento, tensione nervosa ed emotiva, affaticamento prolungato, malattie debilitanti, drastiche diete dimagranti. Anche l'uso di certi farmaci (anticoagulanti, antibiotici, antimicotici, contraccettivi orali) può essere causa di effluvium telogenico. Innanzitutto occorre risalire alla causa organica e intervenire in tal senso integrando le eventuali carenze nutrizionali, curando gli eventuali disturbi psichici, e somministrando contemporaneamente lozioni capaci di riattivare la circolazione cutanea e di stimolare la funzionalità del bulbo capillifero.

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