Perilla frutescens


L'estratto di Perilla aiuta contro le allergie da poline


Denominazione botanica: Perilla frutescens var. japonica (L.) Britton – fam. Lamiacee (Labiate)
Sinonimi: Perilla, Coleo selvatico, Pianta delle bistecche
Parti usate: semi - Tempo balsamico: a maturazione

Originaria dell’Asia orientale, viene coltivata particolarmente in Giappone, Cina, Corea. Possiede foglie ovali seghettate verdi (var. acuta Kudo forma viridis Makino) o rosse (var. acuta Kudo), infiorescenze in spighe, che producono semi molto ricchi di acido alfa-linoleico e polifenoli de gruppo flavonoidico, utilizzati frequentemente per l’estrazione di oli alimentari ricchi di acidi grassi poliinsaturi. Dalle foglie e dai semi si possono ottenere estratti ricchi di flavonoidi.


L’estratto di Perilla semi ha mostrato essere 7 volte più attivo del sodio cromoglicato (medicinale utilizzato per il trattamento delle allergie) nell’inibire la produzione di istamina e altre sostanze responsabili dei fenomeni allergici. L’azione antiallergica della Perilla, in particolare nella forma di estratto dai semi, molto ricchi di flavonoidi sotto forma di agliconi flavonoidici, è dovuta al sinergico intervento in diversi punti cruciali della risposta immunitaria :
1) Inibizione della produzione di leucotrieni (LTs), mediatori delle forme allergiche, in particolare della broncocostrizione asmatica. Queste sostanze vengono prodotte grazie all’intervento della 5-lipoossigenasi sull’ac. arachidonico, tale enzima viene bloccato proprio dai componenti attivi di Perilla;

2) Inibizione selettiva della 5-lipoossigenasi (5-LO), ampiamente dimostrata in vitro;

3) Stimola la produzione di interferone che interviene sulla liberazione di interleuchina 4 (IL-4) producendo un abbassamento dei livelli serici di immunoglobuline E (IgE), cui consegue un miglioramento nelle riniti allergiche, febbre da fieno e orticarie. Dopo 15 giorni di trattamento le IgE diminuiscono fino al 64%. L’individuo allergico produce una grande quantità di IgE in risposta agli allergeni (sostanze alle quali l’organismo è diventato particolarmente sensibile). Le IgE si legano alle mast-cellule e ai leucociti polimorfonucleati basofili facendo loro liberare grosse quantità di alcune sostanze: istamina, leucotrieni, prostaglandine e fattore di attivazione piastrinica (PAF), responsabili della reazioni allergiche di tipo I, che vanno dalla rinite fino alla costrizione bronchiale con difficoltà respiratorie, tipici sintomi asmatici;

4) Inibizione delle allergie di tipo IV in vivo: sono quelle forme allergiche non mediate dalle IgE ma dai linfociti T citotossici (CTL), ad esempio la dermatite da contatto o eczema da contatto, oppure dai macrofagi, ad esempio reazioni di ipersensibilità ritardata tipiche di alcune infezioni virali e del rigetto da trapianto.


Vanderhoek: "Inhibition of leukotriene biosynthesis by leukocyte produkt 15-hydroxy-5,8,11,13 -eicosaytetranoic acid", J. Biol. Chem., 1980, 255(21), 10064-10065

Robak: "Screening of the influence of flavonoids on lipoxygenase and cyclooxygenase activity", Pol. J. Pharmacol. Pharm., 1988, 40, 451-158

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