Boswellia serrata Roxb - indicata nei reumatismi, dolori e gottosa


La Boswelia é una pianta i cui estratti vengono da tempo impiegati nei REUMATISMI, ARTRITE REUMATOIDE e GOTTOSA


Denominazione botanica: Boswellia serrata Roxb. – fam. Burseracee
Sinonimi: sanscrito – Shallaki; Indù – Salai, Salai guggal (gommoresina di Boswellia)
Parti usate: gommoresina ottenuta per incisione della corteccia -
Tempo balsamico: novembre-giugno

Albero deciduo dalla corteccia facilmente sfaldabile, di color cenere, cresce nelle regioni collinari dell’India e della Cina. La Boswelia produce grandi foglie composte ovate-lanceolate più o meno pubescenti, fiori bianchi e profumati raggruppati in racemi. Il frutto è una drupa contenente tre semi a forma di cuore. La gommoresina fresca, ottenuta per incisione della corteccia, indurisce lentamente e mantiene la sua trasparenza e il suo odore aromatico, simile a quello dell’incenso (Boswellia carterii). Contiene circa il 23% di frazione gommosa, costituita fondamentalmente da polisaccaridi, e il 55% di frazione resinosa rappresentata principalmente da acidi triterpenici pentaciclici.


La potente attività antiinfiammatoria della Boswellia è stata clinicamente dimostrata, in particolare nell’artrite reumatoide, e si esplica fondamentalmente attraverso 2 meccanismi d’azione:
1) Inibizione della 5-lipossigenasi (5-LO): gli ac. boswellici inibiscono selettivamente la 5-lipossigenasi bloccando così la sintesi dei leucotrieni, mediatori chimici del processo flogistico in diverse patologie infiammatorie: leucotriene B4 (LTB4) per l’infiammazione acuta e LTC4, LTD4, LTE4, per quella cronica. Non agendo sulla sintesi delle prostaglandine, catalizzata dalle ciclossigenasi, non presentano gli effetti collaterali gastrolesivi tipici dei salicilati. Il risultato consiste nella riduzione del gonfiore e del dolore, nel miglioramento delle capacità motorie, compromesse soprattutto al mattino.

2) Inibizione della migrazione leucocitaria e dell’elastasi: gli acidi boswellici si sono dimostrati capaci di bloccare la migrazione dei leucociti polimorfonucleati, grazie all’inibizione del rilascio o della produzione di alcuni fattori chemotattici in grado di richiamarli verso il luogo dell’infiammazione. I polimorfonucleati agiscono localmente liberando elastasi, enzima proteolitico responsabile della distruzione del collagene e quindi dei tessuti coinvolti nel processo infiammatorio: anche l’attività stessa dell’elastasi e di altre idroglicolasi (ad esempio b-glucuronidasi e b-N-acetilglucosoaminidasi, responsabili della distruzione dei glucosamminoglicani) risultano inibite dagli ac. boswellici, prevenendo così la degenerazione articolare.
N.B.: Come spesso accade, l’azione dell’estratto secco (fitocomplesso) risulta più efficace della somministrazione dei singoli principi attivi. L’effetto di Boswellia è paragonabile a quello dei sali d’oro, di cui non possiede gli effetti collaterali.
A differenza degli antiinfiammatori classici (FANS) e dei corticosteroidei, non induce segni di intolleranza gastrica e manifesta anzi un’attività protettiva nei confronti dell’ulcera da alcol e da farmaci gastrolesivi.


Bhavan’s B.V.: Selected Medicinal Plants of India, CHEMEXIL: Basic Chemicals, Pharmaceuticals and Cosmetics Export Promotion Council, Bombay, 1992

Bianchi A.: "Piante officinali e malattie reumatiche", Erboristeria Domani, n. 5, 1998

Giannì G.: "La gommoresina di Boswellia serrata", Erboristeria Domani, n. 9, 1999